La scienza nei conventi

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La scienza nei conventi

Questo Museo Mineralogico e Paleontologico nasce in un antico convento di Frati Cappuccini, la cui architettura sobria non ci fa dimenticare quanto sia stata determinante, per lo sviluppo culturale e scientifico dell’Occidente, l’opera dei religiosi nei monasteri e nei conventi, a partire dal Medioevo europeo.
La mineralogia scientifica e la cristallografia nacquero grazie ad un religioso, il Canonico di Nótre Dame di Parigi: l’Abate RJ. Haùy, illustre scienziato vissuto in Francia fra il 18^ ed il 19° secolo. Fu lui a introdurre i concetti di reticolo cristallino, di simmetria dei cristalli e a ordinare per categorie cristallografiche, oltre che chimiche, tutti i minerali. Non a caso questi concetti sono basati sull’idea di regolarità e di perfezione nella semplicità, che sono anche alla base della vita conventuale.

 

Un po' di storia

Fu dopo la scomparsa di Carlo Magno che i monasteri divennero il centro della scienza e della cultura occidentale; nelle biblioteche, negli scriftoria e nelle loro officine, le scienze, le arti e la letteratura occidentali, per lungo tempo crebbero liberamente. I monaci furono così, per secoli, i depositari dell’antica cultura occidentale e con loro la scienza si sviluppò, sia pure come “ancella della fede”.

Inizialmente, poiché la regola benedettina prescriveva il lavoro manuale, prima che quello intellettuale, il convento sviluppò una economia autarchica, riuscendo a produrre da sé tutto il necessario alla propria attività e a quella dei centri che a loro facevano capo. Il lavoro svolto con metodo e ordine fu alla base delle regole monastiche e fu per questo che l’industria del Medioevo fu in gran parte opera loro, fu così che alcuni ordini monastici operanti nel nord Europa, in particolare i cistercensi, divennero i pionieri dell’industria mineraria. Essi svilupparono in larga scala miniere di carbone, di ferro, di oro, argento e sale. Una delle prime fondazioni cistercensi in Scozia, l’abbazia di Newbattle, sorta nel 1140, aprì una grande miniera di carbone. In Inghilterra, l’abbazia di Fountains, poco dopo la sua fondazione, riaprì le antiche miniere di piombo e di ferro e costruì diverse fonderie, godendo di tutti i diritti sui minerali nell’intera regione. Nel XIII secolo i Cistercensi Inglesi furono i più grandi produttori di metalli, mentre, in Germania, nella miniera denominata Die Kutte (il cappuccio), i fratelli conversi cistercensi sfruttavano alcuni fra i più grandi depositi d’argento europei. In quel contesto, le officine dei conventi furono la più logica sede di esperimenti e di innovazioni tecniche. Alla fine del secolo XI il benedettino Teofilo descriveva numerose invenzioni fatte nei conventi, tra le quali la produzione del vetro e la pittura a fuoco delle vetrate.

Ma al di là della loro operosità, i monasteri ebbero anche la fondamentale funzione di punto d’incontro tra le genti, lungo gli itinerari dei pellegrinaggi di fede, diventando, così, anche potenti divulgatori della cultura, delle scienze e della tecnica da loro per lungo tempo custodite.

In seguito, con i francescani, la Regola che imponeva la povertà e l’umiltà prese il sopravvento sull’interesse economico che orami aveva spodestato quello della fede. Nel 1525, la riforma dell’Ordine Francescano verso l’osservanza stretta delle regole originarie, portò alla nascita dell’Ordine dei Cappuccini che si diffuse rapidamente in tutta Italia. Nel 1553 1 Monaci Cappuccini approdarono in Sardegna, chiamati a predicare a Ploaghe, dall’Arcivescovo di Sassari. La Provincia sarda dei Cappuccini nacque così poche decine di anni dopo, sotto Papa Innocenzo IX.

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il convento di masullas

Questo convento fu fondato nel 1646 grazie alla volontà del Cavalier Francesco Simoni, facoltoso possidente del luogo, che aveva voluto così dotare il suo paese di un importante punto di riferimento culturale e religioso. l’edificio, che si svolge attorno al chiostro, è un chiaro esempio di anti-architettura francescana, espucitazione della severità nella semplicità delia loro regola. Nonostante l’intrinseca vocazione alle arti povere, i conventi cappuccini in Sardegna furono comunque culla di un’arte dell’intarsio del legno che nel XVII secolo si sviluppò pienamente, lasciandoci importanti sculture lignee il cui valore culturale oggi viene pienamente riconosciuto.

Possiamo così affermare che, pur non potendosi annoverare tra gli antichi monasteri medioevali, per lungo tempo questo convento ha mantenuto la funzione di punto di incontro tra fede, sapere e tradizione nel Villaggio.
Una tradizione, che certamente fu tramandata anche dai frati cappuccini, fu quella delia medicina tradizionale e dell’erboristeria.
Negli orti dei Cappuccini venivano coltivate le erbe officinali con cui si preparavano i farmaci conservati nelle loro apotheche (farmacie), che venivano messi a disposizione di chiunque ne avesse bisogno. E questi furono senz’altro utili durante la grande epidemia di peste bubbonica che, arrivata dalla spagna attraverso Alghero, era dilagata in buona parte della Sardegna negli anni che vanno dal 1652 al 1657 colpendo anche Masullas.

Oggi il termine Monastero è sempre più accettato come sinonimo di Convento, più propriamente indicativo delle residenze dei religiosi degli ordini mendicanti, come, appunto, questo dei Cappuccini. Ma convento deriva da “conventus”, ossia “adunanza, riunione”, e per questo venne inteso anche come luogo di incontro e riferimento per tutte le piccole comunità agricole, come fu, appunto, Masullas dei secoli scorsi.

Perciò possiamo concludere affermando che oggi questo luogo ritrova con merito il ruolo antico di incontro e di cultura, umana e scientifica, che aveva caratterizzato i primi grandi monasteri del passato.

 

POLO MUSEALE MASULLAS

Info

Ex Convento dei Cappuccini
Via Cappuccini, 57
09090 MASULLAS (OR)
Sardegna
Italia

coopilchiostro@tiscali.it

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