Schede dei minerali
Le schede dei minerali
Queste semplici schede sono state progettate per facilitare tutti coloro che vogliono approfondire le proprie conoscenze sul mondo minerale ed avviarsi verso uno stimolante percorso di passione naturalistica, base per il rispetto del mondo e dell’Ambiente che ci circonda.
Fin dall’antichità, l’uomo si è distinto dagli altri animali per la capacità di osservare il mondo che lo circondava, distinguendo, fra le altre, le rocce contenenti i minerali utili alle proprie necessità, non solo pratiche, ma anche spirituali. A chi non è mai capitato, durante un escursione, o semplicemente camminando lungo un viottolo di campagna o lungo un torrentello di montagna, di osservare le rocce di diverso colore che affiorano dal suolo tutt’intorno?
A chi non è mai capitato, nell’esercitare la propria curiosità, di chiedersi quale fosse il nome di quei piccoli ma lucenti e meravigliosi cristalli, che talvolta si notano sulla superficie di queste rocce? Dopo aver soddisfatto la propria curiosità, così come facciamo noi ora, anche nell’antichità i primi esploratori avevano appreso, tramite l’attenta osservazione e pochi semplici saggi, come identificare minerali importanti come il rame, l’oro, l’argento, o rocce utili come l’ossidiana e la selce.
Nella preparazione di queste semplici schede, abbiamo utilizzato poche comuni proprietà dei minerali come durezza, densità, colore, fluorescenza, lucentezza, sfaldatura e frattura e colore dello striscio. Appreso il metodo, in seguito ognuno potrà utilizzare altre proprietà fisiche meno comuni come magnetismo, radioattività, luminescenza, diffrazione, ecc.; tutte insieme queste potranno essere utilizzate in chiave dicotomica, come proposto dalla Mineralogical Society of America e dall’IMA (International Mineralogical Association), l’organo che definisce le nuove specie minerali.
Tuttavia, in questa prima fase di apprendimento, semplificheremo l’utilizzo di proprietà evidenti come “sfaldatura” e “frattura”, cioè del modo caratteristico di rompersi di ogni minerale, che alcuni autori dettagliano eccessivamente rischiando di ingenerare confusione. Perciò, pur mantenendo le due voci separate, come indicato dagli autori di scuola italiana come l’Artini e il Grill, ove possibile utilizzeremo solamente l’indicazione di “sfaldatura”, come proposto nella didattica dalla Mineralogical Society of America. Per omogeneità di informazioni, le formule chimiche riportate sono quelle del più recente Glossary of Mineral Species di Fleisher e Mandarino, basate sulle indicazioni dell’IMA.
Abbiamo aggiunto, infine, alcune semplici osservazioni basate sulla pratica di ricerca, quella, per intenderci, utilizzata dagli esploratori minerari. Un esempio è l’osservazione dei minerali ossidati variamente colorati che ricoprono la roccia affiorante e che indicano la presenza, al suo interno, di particolari minerali primari utili economicamente. Infatti, la presenza di croste di colore verde intenso su una roccia (comunemente dato dalla malachite) può indicare l’esistenza di minerali primari di rame nel suo interno; il colore rosa può invece indicare la presenza del cobalto, ecc.. Da questo punto di vista, grazie alla ricchezza di siti minerari e di specie mineralogiche, la Sardegna, ed in particolare i territori del Parco Geominerario, sono un laboratorio a cielo aperto. Va detto che, comunque, l’identificazione di specie meno comuni non potrà essere ottenuta che con molti anni di esperienza e solo utilizzando tecniche più sofisticate da laboratorio, come per es. il colore della fiamma del Becco Bunsen o le reazioni a determinati saggi chimici. Per motivi pratici, abbiamo scelto minerali di raffronto facili da reperire. Il quarzo, per esempio, viene usato frequentemente nel test di durezza proprio per la sua enorme diffusione sulla terra e per la sua facile reperibilità a basso costo sul mercato. Per lo stesso motivo, nella prova della durezza consigliamo l’utilizzo di alcuni comuni utensili in metallo, come un temperino in acciaio o qualche oggetto in bronzo, facili da reperire. Nella tabellina della scala delle durezze standard, posta a lato di ogni scheda, ognuno potrà, con un semplice colpo d’occhio, vedere quali minerali (in rosso) sono più duri del minerale trattato e quindi capaci di scalfirlo, e quali (in blu) sono più teneri e quindi suscettibili di essere da questo scalfiti.
Lo stesso vale per il supporto per lo striscio, che si può ottenere da cocci di comune porcellana da stoviglie, facile da reperire e da portare con sé in campagna, assieme alla boccetta con l’acido cloridrico per il saggio della calcite.
Infine… striscio e sfaldatura spesso vanno osservate attentamente; per questo sarà bene dotarsi di una piccola lente di ingrandimento e… di un adeguato spirito di osservazione: sono questi gli strumenti che non mancheranno mai ad un vero esploratore Naturalista.
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